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Ospiti della Strega del tè, biscottino?

lunedì 15 novembre 2010

Arte ed Artisti

Quest'anno la prof. ci ha assegnato come compito quello di studiare ed esporre ai nostri compagni artisti che non conosciamo, contemporanei.
Questa mattina in accademia, una ragazza ci ha fatto conoscere un'artista alquanto particolare, Marina  Abramovic, artista di Belgrado.
Vissuta nella Ex Jugoslavia del regime dittatoriale di Tito, la Abramovic esegue delle performance direi inquietanti, l'aver vissuto una costrizione fisica e mentale, dovuta appunto alla dittatura, l'ha portata a voler sperimentare la liberazione e la catarsi attraverso la performance artistica.
Se avete stomaco e siete un po' curiosi potete anche sbirciare fra gli innumerevoli video postati su You tube che la riguardano, la si potrebbe definire un'artista autolesionista, visto che studia la catarsi attraverso il dolore e il controllo del dolore stesso,ma non è questo che mi ha lasciata perplessa di lei, e neppure i suoi  tentativi di sfinirsi con i balli tribali ( anche i dervisci turchi ballano fino a raggiungere una specie di stato di trance).
In una delle sue performance lei si è stesa sul pavimento inerme, ha posto dinanzi a se degli strumenti di piacere o di dolore ed ha lasciato alla gente che passava, la facoltà di decidere cosa fare del suo corpo.
Inutile dire quali assurde pratiche le siano state fatte, quante violenze abbia subito e se vi dicessi che non era in un paese lontano e geograficamente e socialmente e psicologicamente dal nostro, ma in Italia?
Non ne restereste scossi anche voi come me?
Quello che mi ha scosso è stato il fatto che qualcuno le abbia provocato fisicamente del male e che altri abbiano assistito senza batter ciglio!
Ora, io mi sono chiesta, forse quello che la Abramovic voleva dimostrare è che eliminati i preconcetti morali o le costrizioni religiose e sociali, il più comune buonsenso, se lasciato libero di agire, di compiere gesti o dire cose senza alcuna conseguenza, in una specie di universo parallelo dove tutto è permesso, li, viene fuori la vera natura dell'uomo?
Quindi, ci fosse realmente concesso di compiere una qualunque azione, senza senno di poi, fin dove saremmo in grado di spingerci?
Questo mi ha lasciata atterrita, impaurita, sono solo le ipocrite infrastrutture della società ad impedire che l'uomo si manifesti in tutta la sua bestialità?
Ricordo a tratti un libro, il signore delle mosche di  William Golding, dove un gruppo di ragazzi su di un'isola deserta cercando un modo per organizzare la loro società, arrivano a scontrarsi e distruggersi l'un l'altro inevitabilmente, per Golding : l'uomo produce il male come le api il miele!
Quindi per lui sarebbe una situazione imprescindibile a meno che non si seguano le regole!
Chissà se la Abramovic ha mai letto questo libro e se magari il suo intento è quello di studiare fino  a che livello siamo in grado di digerire (sopportare) il dolore anche se non diretto a noi, fino a quando siamo capaci di osservare senza agire, di provocare dolore senza sentirci in colpa.
Devo dire che questo incontro forzato (visto che dobbiamo studiarla in quanto artista contemporanea) con la Abramovic mi ha fatto riflettere molto e spero che sia lei che Golding si sbaglino sull'uomo, perchè io credo nella coscienza di ognuno di noi, che è viva e ci guida nei nostri gesti.
So che forse è un argomento un po' pesante ma volevo condividere con voi una mia riflessione e spero che qualcuno abbia voglia di riflettere con me su questo argomento.
Un abbraccio La strega del tè.

Ps. molte delle ragazze oggi dicevano "è pazza", ma io mi chiedo è più insana lei o chi guarda senza intervenire?

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